Storia della rivoluzione industriale nel comasco.
Giovedì 23 giugno alle ore 16.30 presso l'Aula 2.7 della sede di Sant'Abbondio si è tenuta l'ultima del ciclo di quattro conferenze organizzate da ASBAC. La conferenza è stata tenuta dal Professor Giorgio La Rosa, ricercatore universitario in storia delle discipline politiche presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. Durante la prima parte della conferenza, il prof. La Rosa ha illustrato le caratteristiche generali della Rivoluzione industriale mentre nella seconda parte, il professore si è soffermato sulla nascita dell’industria tessile e dello sviluppo tecnologiche applicato ai traporti nel territorio comasco, analizzando gli aspetti positivi e quelli negativi.
Al contrario di quanto si pensa comunemente, la Rivoluzione industriale non comportò solamente cambiamenti di tipo economico e tecnologico, ma provocò conseguenze anche sul piano demografico, ambientale ( il paesaggio si modifica in modo irreversibile e nascono nuove problematiche di tipo ambientale come l’inquinamento) e politico ( nasce il concetto di “coscienza di classe” che porterà, a medio termine, alla nascita di movimenti politici che rivendicheranno diritti per la classe operaia, come il partito comunista ed il partito socialista, ma anche movimenti di ispirazione cattolica come il partito popolare fondato nel 1919 da don Luigi Sturzo).
La Rivoluzione industriale ha avuto origine nell’Inghilterra del XVIII secolo, paese in cui vi erano condizioni socio-economiche idonee ad uno sviluppo industriale, quali:
· Innovazioni di tipo tecnologico: in questo periodo viene inventato il telaio meccanico.
· Per la prima volta, dopo la fine dell’impero romano, la popolazione europea conosce una fase di crescita costante
· Razionalizzazione del sistema agricolo che comporta un sensibile aumento della produzione.
· Incremento dei commerci tra la Gran Bretagna e le ricche colonie d’oltremare, che rendono la madrepatria la prima potenza marinara militare e mercantile del mondo
Le innovazioni portate dalla Rivoluzione industriale cambiano il mezzo di produzione e modificano in modo irreversibile il rapporto uomo – produzione: il cambiamento tecnologico non consisteva tanto nell’introduzione di nuovi macchinari, ma le nuove innovazioni tecniche venivano applicate a macchinari già esistenti ( dal telaio a mano si passa al telaio meccanico). Le nuove applicazioni tecnologiche provocano un aumento della produzione di beni di consumo maggiore rispetto al passato, perché in una società di tipo agricola la lavorazione del telaio a mano era un mestiere praticato solo nei mesi freddi dell’anno, ovvero quando non si lavorava nei campi. Invece, con la produzione industriale la lavorazione del tessuto avviene tutto l’anno, grazie all’introduzione del telaio meccanico. Questo fattore, come è facile immaginare aumenta la produttività e di conseguenza, la maggiore disponibilità di beni sul mercato.
La Rivoluzione industriale arriva a Como nel XIX secolo, ma come è stato notato da studiosi di storia locale, le premesse di questo straordinario sviluppo economico che ha condizionato la vita economica della nostra città. In proposito, le domande che bisogna porsi per affrontare il problema sono le seguenti: Perché Como ha avuto una Rivoluzione industriale nel tessile? Perché il “triangolo industriale” era al nord?
Innanzi tutto, ritengo che sia necessario affermare che la stessa posizione geografica di Como, crocevia geografico tra l’Europa centro-settentrionale e il Mediterraneo, abbia favorito, sin dall’antichità, lo sviluppo dei commerci e di conseguenza, un notevole sviluppo economico. Nonostante queste premesse, l’introduzione della lavorazione della seta arriva solamente all’inizio del XVI secolo, quando il duca di Milano, Lodovico Sforza detto il Moro, introduce a Como, il gelso, pianta di cui si nutrono i bachi da seta. Prima di allora, Como era famosa per la lavorazione della lana, attività che veniva svolta dalla confraternita religiosa degli Umiliati. Purtroppo, la prima metà del XVI secolo è caratterizzata da continue guerre tra la Francia e la Spagna, che si contendono il Ducato di Milano; gli eventi bellici impedirono il decollo della produzione serica. Con la pace di Chateau Chambresis del 1559, il Ducato di Milano, venne assegnato alla Spagna ed iniziò il malgoverno spagnolo, che diede un brutto colpo alla produzione serica comasca: tasse, pedaggi, sfruttamento indiscriminato delle risorse del territorio ed una terribile pestilenza che colpì la nostra regione nel 1630 (descritta da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi) provocarono seri danni all’economia comasca.
Finalmente, all’alba del XVIII secolo, il Ducato di Milano venne assegnato all’Impero d’Austria, atto sancito dal trattato di Utrecht. Dopo circa duecento anni di malgoverno francese prima, spagnolo poi, il governo della Casa d’Asburgo d’Austria permise lo sviluppo delle condizioni ideali alla nascita della rivoluzione industriale nel territorio lariano.
Le riforme economiche e sociali degli Asburgo d’Austria gettarono le basi dello sviluppo economico e sociale della Lombardia: misure protezionistiche a favore delle merci lombarde ( quindi della seta lariana, che è l’unica ammessa nell’Impero), l’abolizione dei dazi doganali, incentivi alle aziende in crisi ma anche alle nuove imprese ma soprattutto la creazione di un catasto che permette di censire tutti i terreni in base alle loro capacita produttive, un regime fiscale più equo e la repressione del fenomeno dell’accattonaggio.
Queste premesse fanno si, che nel 1787 a Como sono presenti ben 1035 telai e proprio alla fine del 700’ la tecnica della lavorazione serica si affina molto. Il ciò fa si che la seta comasca è richiesta in molti mercati europei come Austria, Germania e Russia. Le caratteristiche principali della seta comasca sono l’elevata qualità della sua lavorazione ed il suo basso costo. Nel 1793, alla vigilia dell’occupazione napoleonica del Ducato di Milano, a Como vi erano 1333 telai.
Con l’occupazione della Lombardia da parte delle truppe napoleoniche nel 1797 la produzione serica lariana conosce una battuta d’arresto, perché il governo napoleonico favoriva la produzione della seta di Lione. Infatti, nel 1815, l’anno della sconfitta di Napoleone a Waterloo, a Como vi erano 1305 telai, 328 in meno rispetto agli anni prenapoleonici.
Con la caduta di Napoleone, la Lombardia ritorna sotto il dominio austriaco e nasce cosi il Regno Lombardo-Veneto. Con il ritorno degli Asburgo d’Austria, la produzione serica comasca conosce una sensibile ripresa, tanto che nel 1856, alla vigilia della II Guerra d’indipendenza, a Como vi sono 3000 telai e 6000 operai
Nel 1859 scoppia la II Guerra d’Indipendenza e la Lombardia viene annessa al Regno di Sardegna: la casa d’Asburgo lascia il posto a Casa Savoia. Il 17 Marzo 1861 nasce il Regno d’Italia. I primi governi del nuovo stato sono guidati dalla “Destra” storica che sul piano economico adotta una politica liberista, avvallata dalla Gran Bretagna e dalla Francia, che vedevano nel neonato stato unitario un vasto mercato dove vendere le proprie merci.
Questa politica economica provoca seri danni all’economia comasca, che risente della concorrenza francese di Lione. Dai 3000 telai nel 1856 si passa a 2700 nel 1867, un duro colpo per l’economia comasca: la produzione serica conosce una contrazione.
La ripresa della produzione serica comasca avviene grazie alla sconfitta francese nella guerra Franco-Prussiana del 1870 – 1871; la produzione serica francese conosce una fase di tracollo e la nostra economia ne risente positivamente. In questi anni avviene anche la meccanizzazione dei sistemi di produzione, che permettono di aumentare la produzione. Nel 1893 a Como ci sono 5500 telai e 14000 operai.
Con la Rivoluzione industriale della seconda meta del XIX secolo, Como conosce un forte aumento demografico: si passa da 23138 abitanti nel 1773 a 26500 nel 1881, con un sensibile aumento di popolazione nella convalle, grazie alla realizzazione di fabbriche (per esempio le filande Bernasconi di Cernobbio, aperte nel 1872). Nel 1899 viene organizzata una grande esposizione che celebra i progressi ed i traguardi raggiunti, l’evento è denominato “Esposizione Voltiana”. Una città che produce, necessita la creazione di nuove arterie di comunicazione, anche in funzione dell’esposizione del 1899.
Tra la fine dell’800’ e l’inizio del 900’ a Como vengono realizzate molte opere pubbliche quali la diga Foranea, realizzata verso la fine del’800’, una linea tranviaria che permette di collegare la città con i rioni periferici e una linea ferroviaria che permette di collegare Como al rione di Camerlata, località a sua volta collegata tramite treno con Milano. Inoltre per mettere in collegamento la città di Como e i paesini del lago, viene creata una linea di battelli a vapore, alcuni di essi ancora in servizio al giorno d’oggi. Nel 1904 viene realizzata la funicolare che permette di collegare in pochi minuti Como con Brunate, che proprio in quegli anni diventa una località di villeggiatura molto amata dai comaschi ambienti, che si fanno costruire eleganti residenze eclettiche e liberty.
La funicolare di Brunate, con il passare degli anni è diventato un landmark, ovvero un tratto caratteristico del paesaggio lariano. Se da un lato la rivoluzione industriale nel territorio comasco ha portato con se benessere e sviluppo economico, sociale e turistico della nostra comunità. da un lato ha fatto nascere il problema dell’inquinamento e della deturpazione del paesaggio, fenomeno tipico di uno sviluppo edilizio che non tiene conto delle caratteristiche intrinseche del paesaggio, del patrimonio culturale e dell’ambiente di una data porzione di territorio.
Materiale utilizzato per la realizzazione della relazione:
Appunti della conferenza del 23 Giugno 2011, Prof. Giorgio La Rosa
L’elaborato è stato arricchito dalla lettura dei seguenti saggi inerenti al tema:
G.LURASCHI, Da Roma all’Austria in Storia di Como antica, saggi di archeologia, diritto e storia Como, New Press, 1997, 747 ss.
G. LURASCHI, Como e la seta in Storia di Como antica, saggi di archeologia, diritto e storia Como, New Press, 1997, 757 ss.
FABIO ZIZZA (ASBAC)